I Primi della Lista
Domenica sera al Festival del Cinema di Roma per
la categoria "Eventi Speciali" è stata presentata la pellicola del
regista pisano Roan Johnson: "I primi della lista".
Il film ha avuto una risposta molto positiva da parte del pubblico presente.
Un pubblico composto prevalentemente da giovani come giovani sono il regista e
i suoi collaboratori, elemento che ha contribuito a togliere drammaticità al
periodo storico e a dargli un taglio da commedia.
I tre attori principali, recitando in un buon
dialetto pisano, hanno catturato e coinvolto gli spettatori strappando loro più
volte applausi a scena aperta.
Il film è stato realizzato a basso costo,
rendendolo più ruvido, ma sicuramente questa forzata ruvidezza non ha fatto
altro che aumentare l'impatto emotivo dell'opera. E' un film povero dove però
la bravura dell'autore e la semplicità realizzativa non tracimano mai nel
naive.
Una chiave di lettura : dopo le dovute precisazioni
storiche documentate con spezzoni e filmati d'epoca, la narrazione trova la sua
strada nella leggerezza e nel sogno/incubo di quegli anni che hanno coinvolto e
fatto crescere un'intera generazione.
Un film da vedere se non altro perchè ci fa
intuire come tutti i periodi epici, e quello lo è stato, non sono composti solo
da eroi, ma da migliaia di giovani che da una parte e dall'altra, non senza
godersi la vita, finivano per scontrarsi quotidianamente. Personalemente mi
sono commosso, e non solo perchè appartenengo a quella generazione
PS Alla fine della proiezione gli attori
protagonisti , imbracciate chitarre ed armoniche, hanno eseguito due brani di
quegli anni. "La ballata di Pinelli" di Pino Masi e "Quello che
non ho" di Fabrizio De Andrè. E lì mi sono commosso veramente
Sandro Bettin