E, lo vedi, è la
vita:…………….la breve poesia di Sanguineti è anche il titolo della mostra.(…)
Una frase che raccoglie
tutta la poesia di questa collettiva che vede i lavori di Cesare Inzerillo,
Gianni Lucchesi e Sandro Bettin confrontarsi.
E lo vedi è la vita è il frutto di una ricerca dall’identico
itinerario concettuale ma dall’assoluta differenza rappresentativa, questo il
primo, ma non l’unico aspetto interessante della mostra.
Inzerillo, Lucchesi e
Bettin non si erano mai comunicati il loro percorso concettuale ma, ad un certo
punto e per puro caso hanno scoperto che stavano lavorando esattamente alla
stessa “cosa”, pur realizzandola in maniera completamente diversa. Esperienza
esemplificativa di quel pensiero universale che l’arte sa rendere
particolarmente affascinante tramite lavori di luoghi e culture diverse.
Nella mostra presso Spazio Dinamico pme i tre artisti fermano, nelle loro opere, un momento preciso del tempo che scorre. Il momento in cui la materia e l’anima, il corpo e la mente si “ossidano”, frutto dell’inesorabile svolgersi della vita. Eppure è proprio questa ossidazione - rappresentata dagli artisti come ruggine, improbabili ex voto, o più ironicamente tentativi di mummificazione – che il mondo cerca di “rimuovere” a colpi di restauro materiale e morale. Inevitabile la considerazione: in fondo il mondo si affanna a non voler vedere ciò che c’è di più bello, la vita.
Tutto questo nelle mummie
formato “Barbie” di Inzerillo, artista palermitano che ha firmato, come
scenografo, i migliori lavori di Ciprì e Maresco; nei giganteschi cuori di
Bettin che per “grazia ricevuta” abitano non solo gli spazi dell’esposizione.
Cuori giganti scolpiti nel gesso e nel bronzo, o che affiorano nel centro di un
monolite, simbolo dell’infinità del tempo, inizio e fine della vita,
intenzionale citazione di Kubrickiana memoria. Più distanti nella forma
rappresentativa le “macchie” d’olio di Lucchesi, una serie di lavori a muro che
segnano un’ulteriore passo avanti della sua ricerca. Anche lì l’ossidazione
racconta. Racconta l’amore, la sofferenza, l’indifferenza. Tensioni che finiscono
per trovare, nel loro punto massimo una via d’uscita alla ricerca di un
contatto.
San Giuliano Terme (PI) - dal 14 ottobre al 5 novembre
2006
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